L'AUTORE

 

INTERVISTA A MASAMI KURUMADA (2)

 

Questa intervista è stata pubblicata in 10 parti nei numeri 19/28 di Saint Seiya delle edizioni Star Comics. In questa pagina ci sono le prime 5 parti, nella seconda le altre 3 finora pubblicate.

 

1) Quanto è nato? Il suo è uno pseudonimo o usa il suo nome vero per firmare i suoi fumetti?

Sono nato a Tokyo il 6 dicembre del '53. Sì, uso il mio vero nome.

 

2) Come è riuscito a entrare nel mondo fumettistico professionale?

Quando avevo 18 anni lessi per caso un numero della rivista "Shonen Jump" su cui c'era il bando di concorso per nuovi autori. Così realizzai il mio primo fumetto e con questo partecipai al concorso, ma prima di allora non avevo mai avuto l'idea di diventare fumettista. Alla fine quella storia non vinse nessun premio, ma un redattore mi presentò un fumettista già affermato da cui ho cominciato a lavorare come assistente. In questo modo cominciai anche a realizzare dei miei fumetti che raccontavano cosa avveniva nello studio dove lavoravo.

 

3) Qual è il primo fumettoche ha letto? Quali fumetti le piacevano quand'era piccolo?

Non mi ricordo bene il primo fumetto che ho letto, ma quando ero al terzo anno della scuola elementare mi piacevano Tetsuwan Atom (Astro Boy) e Iga no Kagemaru. Sono stato molto influenzato dal maestro Horoshi Motomiya: in fondo, sono state proprio le sue opere a spingermi a diventare fumettista.

 

4) Come si intitolava la prima storia che ha realizzato?

Il mio debutto l'ho fatto con un fumetto intitolato Sukeban arashi, era una storia comica.

 

5) Ha mai lavorato come assistente?

Io sono entrato nel mondo dei fumetti senza conoscere alcuna tecnica. Lavorando come assistente ho potuto imparare le tecniche di base, ma vista la mia scarsa preparazione ho commesso numerosi errori.

 

6) Come è nata la storia di Saint Seiya?

All'inizio avevo pensato ad una storia il cui protagonista fosse un ragazzo che combatteva con le tecniche del karate. Poi ho studiato delle scene di combattimento in cui ogni volta che veniva lanciato un attacco apparivano fulmini e scintille, e la cosa mi era sembrata interessante. Allora mi sono detto che senza un'armatura, il corpo del protagonista avrebbe subito parecchi danni, così nacque l'idea dei Cloth. Ma se nel Karate fosse stata usata un'armatura qualsiasi, l'effetto sarebbe stato poco godibile esteticamente, quindi modificai la mia idea creando delle armature più raffinate. Unendo tutte queste idee alla mitologia greca sono riuscito a creare una storia nuova. Quando ho inventato le parole come Seitoshi (saint = guerriero sacro) e sei (cloth = armatura sacra) la storia ha cominciato subito a svilupparsi da sola nella mia testa. Dopo aver deciso il protagonista, gli altri personaggi sono nati automaticamente assieme alla storia stessa...

 

7) Quali sono i personaggi che preferisce?

Tutti i personaggi di questa storia. Li ho creati, perciò sono affezionato a tutti loro, quindi non posso sceglierne uno fra tutti.

 

8) Prima di Saint Seiya quale altra opera ha realizzato?

Un fumetto intitolato Otoko Zaka.

 

9) Realizza le storie basandosi sulle sue esperienze personali, oppure sui dati che raccoglie?

I personaggi che creo sono alter-ego di me stesso, perciò penso che riflettano nel loro carattere le mie esperienze anche se in pochi aspetti. Ma in generale, mentre realizzo una storia, non penso quasi mai a cose del genere, penso solo a come posso renderla più interessante per i lettori, quindi non mi capita mai di realizzare una storia in cui racconto semplicemente le mie esperienze. Riguardo ai dati che utilizzo, non mi capita mai di raccoglierli apposta per creare una storia, ma durante la vita di tutti i giorni mi impegno nell'analizzare i libri d'arte occidentali o cinesi, specialmente le opere realizzate a china; poi leggo romanzi storici o altri libri che mi interessano...

 

10) Dev'essere stata molto dura realizzare ogni settimana un episodio di Saint Seiya. Ce ne può parlare?

Lavorare per una rivista settimanale è davvero duro, soprattutto creare ogni settimana un episodio nuovo è un lavoro davvero difficile.

 

11) Come lavora generalmente? Quanti giorni le occorrono per fare lo story-board e quanti giorni per realizzare le tavole a fumetti di un episodio?

E' un segreto...

 

12) Prima di mostrare le tavole al suo redattore, chiede consiglio a qualcuno?

Per un fumettista, il suo redattore è il primo lettore, perciò non chiedo a nessun altro, tranne a lui, dei consigli. Raramente mi capita di parlare delle idee che ho per una storia in occasione di un'intervista, ma mentre penso a una nuova storia, apporto diverse modifiche aggiungendo le idee più interessanti che mi vengono in seguito. Per questo, alla fine, il risultato è spesso molto diverso da quello che avevo raccontato in precedenza.

 

13) Apporta delle modifiche alle tavole quando gli episodi pubblicati sulla rivista vengono raccolti in volume?

Le uniche modifiche che mi capita di fare riguardano solo i testi.

 

SEGUE

 

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